“IO SONO FATTO COSÌ”: È PROPRIO VERO CHE IL CARATTERE NON SI PUÒ CAMBIARE?
Quante volte hai sentito dire “sono fatto così”?
E “è una questione di carattere”?
In questo articolo vi spiegherò come sia sbagliato e controproducente pronunciare frasi di questo tipo e di come sia possibile migliorare il proprio carattere.
La verità è che il nostro carattere è plasmato dalla nostra mentalità e dai nostri comportamenti, che a loro volta sono condizionati dalle nostre credenze.
Sono le credenze che alla fine ci portano ad agire e reagire agli eventi di tutti i giorni.
Le convinzioni, potenzianti o limitanti, sono così potenti che hanno un enorme impatto su come valuti le opportunità nella vita, le decisioni che prendi nel lavoro e nelle tue relazioni.
La nostra mentalità e le nostre abitudini definiscono la sicurezza che abbiamo in noi stessi, così quanto crediamo di poter o non poter fare determinate cose.
Quindi possiamo avere un atteggiamento rivolto verso le possibilità, di poter apprendere, cambiare, modificarci e superare sconfitte e fallimenti, così come possiamo avere un atteggiamento che ci fa vivere le situazioni con difficoltà e vittimismo, tendendo a dare la colpa all’esterno o a noi stessi e, dunque, ad avere sensi di colpa.
Il carattere, la mentalità e le abitudini sono delle caratteristiche che vengono sviluppate attraverso le nostre esperienze di vita, ma soprattutto attraverso il significato che attribuiamo a queste esperienze.
Ti racconto una storia realmente accaduta.
Due amiche, Asia e Rachele, fanno domanda per entrare in una prestigiosa università inglese, entrambe hanno un punteggio alto e superano tutte le prove d’ingresso, tuttavia, entrambe non raggiungono il livello d’inglese necessario e, dopo aver tentato più volte il test ielts, ricevono la comunicazione da parte dell’università della loro mancata ammissione.
Asia, si rassegna e ripiega su un altro Istituto, Rachele, risponde alla comunicazione allegando l’iscrizione a diversi test ielts in diverse città italiane ed europee.
A seguito di questa dimostrazione di perseveranza e tenacia l’università decide di andare in deroga sulla scadenza di presentazione della domanda, attendendo l’esito positivo di uno dei test prenotati.
Asia attribuisce a questa esperienza un significato di fallimento e di rinuncia, un significato di possibilità di dimostrare quanto vale.
Quali sono le emozioni connesse a queste due esperienze?
Delusione, inadeguatezza, demotivazione per la prima ed entusiasmo, fiducia, soddisfazione per la seconda.
Se Asia non interviene, cambiando significato all’esperienza vissuta, la prossima volta che le capiterà di vivere un’esperienza simile, in automatico sperimenterà le stesse emozioni di allora e si comporterà di conseguenza magari giustificandosi con un “sono fatta così”.
Ecco che questa frase, apparentemente innocua, in realtà crea una pericolosa abitudine sia di pensiero che di comportamento.
Le neuroscienze ci insegnano che, se cambi il binario del tuo pensiero, puoi creare nuove sinapsi e connessioni e se trasformi quel pensiero in abitudine, succede che i vecchi pensieri e quindi anche le vecchie abitudini tenderanno a diventare più deboli, sino a scomparire.
Quindi il tutto si risolve attraverso una presa di consapevolezza e la decisione di dare impulsi diversi attraverso i nostri pensieri, dando risposte più proattive agli eventi che ci capitano ogni giorno.
Quello che definiamo carattere (sono fatto così) è perciò semplicemente il risultato di alcune abitudini di pensiero e di comportamento.
DUNQUE, CAMBIANDO ABITUDINI È POSSIBILE MODIFICARE IL CARATTERE?
È proprio così!
Così come possiamo sviluppare la buona abitudine di fare dello sport e sentirci orgogliosi di noi stessi, così possiamo anche sviluppare la cattiva abitudine di mangiare le patatine ogni volta che guardiamo la tv e cadere nel senso di colpa.
Allo stesso modo, come possiamo sviluppare l’abitudine ad ascoltare, così da metterci nei panni degli altri ed essere definiti tolleranti ed empatici, possiamo anche sviluppare l’abitudine di vedere sempre il “bicchiere mezzo vuoto” fino ad essere definiti pessimisti cronici e, di conseguenza, con un brutto carattere.
Tuttavia per cambiare abitudini è necessario cambiare convinzioni.
Sappiamo tutti, per esperienza personale, che per cambiare abitudini dobbiamo agire sul nostro atteggiamento mentale, cioè su come la pensiamo, e sappiamo che alcune volte non è facile.
Anche se riconosciamo alcune nostre abitudini di comportamento come disfunzionali, o addirittura dannose, quando decidiamo razionalmente di cambiarle o di sopprimerle ci rendiamo conto che, spesso, siamo vittime di una vera e propria dipendenza da quello specifico comportamento che vorremmo cambiare.
Chi non si è ripetuto più volte nella vita “da domani mi metto a dieta?” o “smetto di fumare?”
E mangiare troppo o fumare non sono forse semplicemente comportamenti ripetuti divenuti (cattive) abitudini?
Allo stesso modo chi perde le staffe troppo spesso mette in atto un comportamento che, reiterato nel tempo, diventa un’abitudine.
Un’abitudine che definisce la sua personalità e rinforza la convinzione di avere un “brutto carattere”.
Quante volte sentiamo dire: “sono pigro”, “sfortunato”, “non in grado”…
Ogni volta che diciamo “sono” rinforziamo la nostra convinzione di essere così.
Il primo passo per cambiare una convinzione è cambiare il proprio dialogo interiore.
Allora si potrebbe iniziare col dire “mi comporto da pigro” o meglio “in alcune occasioni mi comporto da persona pigra”.
Togliamo gli assoluti e togliamo il verbo essere, che determina la nostra identità: noi non siamo così, bensì decidiamo consapevolmente di comportarci in quel modo.
Da lì il passo di decidere di comportarsi diversamente è breve.
Se vuoi saperne di più leggi il mio articolo “Come posso fare per non rinforzare le mie convinzioni limitanti?”
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