ECCO I BENEFICI PIÙ IMMEDIATI DELLA MINDFULNESS
Capitano quei momenti nella vita in cui si accumulano tensioni emotive che poi si traducono anche in disturbi a livello fisico.
La maggior parte delle persone tende ad ignorare i messaggi che il corpo invia loro ripetendosi che “tanto ce la faccio” oppure “ cosa posso farci?”, piuttosto che “è inutile che ci penso se non c’è rimedio”.
È capitato anche a te?
In psicologia si chiama stress ambientale, un termine che definisce gli effetti cumulativi dell’adattamento a circostanze sempre più scomode.
Detto in parole semplici: ci si abitua a tutto.
Ci si adatta a situazioni che però nel lungo periodo si rivelano dannose per il nostro benessere psicofisico.
I sintomi dello stress ambientale includono
- irritabilità,
- nervosismo,
- demotivazione,
- perdita del senso dell’umorismo
ma anche disturbi a livello fisico come
- insonnia,
- cattiva digestione,
- mal di testa e altro ancora.
In questo articolo vedremo quali sono i benefici più immediati riportati dalle persone che si sono avvicinate alla mindfulness:
- una migliore qualità del sonno
- l’essere riusciti a ritagliarsi uno spazio di benessere psicofisico
- una nuova consapevolezza nata da un maggiore ascolto di se stessi.
IL SONNO
Preservare le funzioni che riguardano la propria salute, in primis il sonno, è fondamentale.
Dormire una quantità sufficiente di ore (la scienza sul sonno ci parla di almeno 7-8 ore) è di primaria importanza per la rigenerazione sia del nostro corpo che del cervello ed è fondamentale per la regolazione del nostro metabolismo e del nostro sistema immunitario.
Occorre fare attenzione anche alla qualità del sonno e ai suoi ritmi che dovrebbero essere il più possibile regolari.
La mancanza di sonno non dev’essere sottovalutata perché riduce la capacità di concentrazione compromettendo i processi decisionali e incide profondamente anche sul nostro stato emotivo.
Il modo migliore per preservare il nostro sonno è rispettare alcune abitudini:
- non eccedere con il cibo e l’alcol a cena
- non abusare di pc, smartphone, videogiochi e dispositivi elettronici almeno 2 ore prima di dormire
- limitare la caffeina
- ricordarsi che le prime ore di sonno sono le più benefiche.
Ancora più importante è focalizzarsi sui propri pensieri prima di addormentarsi.
L’addormentarsi dovrebbe essere il “giusto riposo del guerriero”, un momento in cui ci si abbandona per recuperare le forze, invece spesso con il silenzio e con il buio arrivano anche le preoccupazioni.
Facciamo l’elenco di tutto ciò che non siamo riusciti a fare, di quello che ci aspetterà domani e accendiamo i riflettori solo sugli aspetti negativi della nostra vita.
Allora è necessario allenarsi a deviare i pensieri negativi e improduttivi portando la nostra mente su pensieri piacevoli e ringraziare per tutto ciò che di bello abbiamo e che ci circonda.
La gratitudine è una vera e propria terapia!
Non sarà un esercizio facile perchè nel tempo il fatto di lasciarsi assalire dai pensieri negativi è diventata per il cervello un’abitudine consolidata, infatti ho detto che occorre allenarsi, sera dopo sera fino a quando si stabilirà una nuova sinapsi e nuovi pensieri ci accompagneranno, finalmente, in un sonno ristoratore.
La mindfulness serve proprio ad allenare il nostro cervello a focalizzarsi su ciò che vogliamo invece di essere ostaggio di pensieri che vanno e vengono a loro piacimento.
IMPARATE A STACCARE LA SPINA
Come si diceva, il sovraccarico è una delle cause principali di burnout e quando si parla di sovraccarico non si intende solo l’eccessiva quantità di ore passate al lavoro ma anche il sovraccarico mentale, cioè il non riuscire a staccare la testa nemmeno a casa, fuori con gli amici, nel weekend, addirittura in vacanza.
Quando i pensieri legati al lavoro diventano pervasivi deve accendersi un campanello d’allarme.
Il non riuscire a staccare la spina può danneggiarci sia a livello sociale, compromettendo la qualità delle nostre relazioni affettive o amicali, che a livello psicologico ed emotivo correndo il rischio, appunto, di entrare in burnout, con tutte le conseguenze sopra descritte.
Anche in questo caso l’unica cosa da fare è agire!
- Non isolatevi.
Quando si è presi dai propri pensieri si ha la tendenza ad isolarsi, a volte bisogna imporsi con se stessi e decidere di uscire, vedere altre persone, chiacchierare del più e del meno (non di lavoro!) fare una qualsiasi attività che permetta di concentrarsi su qualcos’altro, qualsiasi cosa che porti fuori dal proprio habitat naturale il germogliare e il riprodursi dei soliti pensieri ricorrenti.
- Cambiate visione.
Non serve fare lunghi viaggi in posti esotici, semplicemente, ogni tanto, far vedere ai nostri occhi qualcosa di diverso dai soliti scenari.
L’eccessiva abitudinarietà irrigidisce e ci impedisce di vedere le cose da più prospettive.
Gli scenari naturali sono da preferire perché la natura ha sempre un effetto benefico sul nostro stato mentale e emotivo.
- Non dimenticatevi di voi stessi.
Avete una passione? Un hobby?
Rimango spesso stupita di come molte persone non sappiano più rispondere alla domanda “cosa ti piace?”
Il senso del dovere è una caratteristica importantissima perché contiene skill come senso di responsabilità, capacità di collaborazione, fiducia che fanno di una persona con senso del dovere una persona di valore.
Tuttavia è necessario, per il proprio benessere psicofisico, trovare un equilibrio tra dovere e piacere.
Quindi è d’obbligo ritagliarsi uno spazio che sia sostenibile in cui prendersi cura di se stessi, per dedicarsi ad una attività che ci appassiona ed è d’obbligo, per chi non si ricorda nemmeno più di cosa è appassionato, fare un percorso dentro se stesso per recuperare la passione perduta perché, non dimentichiamolo: la passione è il motore della nostra vita.
ASCOLTATI
È fondamentale imparare ad ascoltare se stessi e non dare i sintomi che si presentano e creano disagio per scontati.
La tendenza infatti è quella di minimizzare adducendo come giustificazione il fatto che “tanto non ho alternative” con il rischio che tirando troppo la corda, la corda si spezzi.
Teniamo in grande considerazione i segnali che ci invia il nostro corpo e soprattutto confrontiamoci con qualcuno, con le persone care che ci possono aiutare riducendo quel senso di isolamento e impotenza che produce una situazione di burnout.
Se l’aiuto degli amici non è sufficiente non esitiamo a contattare una figura professionale che ci possa aiutare attraverso un percorso ad hoc a ritrovare il benessere e la motivazione.
Spesso si confonde il senso di responsabilità con quello di onnipotenza, chiedere aiuto non è sintomo di debolezza, bensì di coraggio e di consapevolezza di sé.
Ed ecco che interviene la mindfulness.
Questa pratica crea uno pazio dentro di noi in cui è possibile ritrovarsi, ci insegna a concentrarci su ciò che è benefico per noi aprendo nuovi scenari e mettendo in moto una rinnovata energia.
La pratica della mindfulness ci aiuta a riconoscere i segnali che il nostro corpo ci invia e, soprattutto, ci aiuta a collegare quel determinato segnale a un particolare sentito emotivo.
Perché questo è fondamentale?
Perché non possiamo cambiare ciò che non conosciamo; una volta che capiamo da cosa deriva il nostro disagio possiamo iniziare a intervenire.
Se vuoi saperne di più riguardo all’aspetto terapeutico della natura leggi il mio articolo “IL CONTATTO CON LA NATURA HA EFFETTI BENEFICI SU ANSIA, STRESS E IMPULSIVITÀ”
Se vuoi saperne di più sul burnout leggi il mio articolo “BURNOUT UN FENOMENO GLOBALE” GLI EFFETTI DEL BURNOUT E COME CONTRASTARLI ATTRAVERSO LA MINDFULNESS”